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Centro di Formichella. Ucciso e rapito un cervo femmina, ore contate per i responsabili

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Hanno scavalcato ben due recinzioni, sparato a una femmina di cervo che si trovava nel proprio recinto, ne hanno portato via la carcassa trascinandola con delle cinghie, ma non hanno fatto i conti con le fototrappole installate sul posto. E’ successo il 26 gennaio, all’interno del Centro Recupero Animali Selvatici ed Esotici nonché Centro Territoriale di Accoglienza Animali Confiscati e Sequestrati di Formichella nel comune di Orvieto.

A illustrare i dettagli del vero e proprio scempio commesso da due uomini ai danni del centro, ieri il tenente colonnello Marco Fratoni, comandante del reparto Carabinieri Biodiversità di Assisi, e la tenente colonnello Elena Candela comandante del Nucleo di Polizia Ambientale, Agroalimentare Forestale titolare delle indagini con il coordinamento del procuratore Claudio Cicchella, della Procura della Repubblica di Terni.

«L’attività investigativa – ha spiegato la comandante Candela – ha consentito di individuare con sorprendente rapidità i responsabili dell’uccisione e conseguente furto di un esemplare di cervo femmina dall’area demaniale statale. L’animale, insieme ad altri quattro cervi, era detenuto all’interno di un’area recintata, di circa tremila metri quadrati, poco distante dalla sede del centro, dove operano militari e operai specializzati del Reparto Biodiversità. La struttura di accoglienza è collocato all’interno di una vasta area boscata ed agricola di circa 125 ettari, interamente di proprietà statale, delimitata a sua volta da una ulteriore delimitazione di sicurezza esterna. Le protezioni messe in atto – ha continuato – non hanno impedito ad un uomo, residente a San Venanzo, di penetrare la mattina del 26 gennaio all’interno dell’area scavalcando la recinzione e, con un fucile, abbattere uno dei cinque cervi, approfittando della momentanea lontananza del personale impiegato in altre aree del centro e della impossibilità di fuggire dell’animale, peraltro da anni qui ospitato. Nella stessa giornata, dopo qualche ora, lo stesso uomo è tornato con notevole spregiudicatezza – ha sottolineato la comandante – sul posto con un complice, residente ad Orvieto, per prelevare l’animale abbattuto e trascinarlo a valle per un lungo tratto, utilizzando delle cinghie, oltre la recinzione esterna, fino ad una radura appena fuori dell’area demaniale, accessibile con fuoristrada, portando così a compimento, in concorso, il furto dell’animale».

I due, 30 e 50 anni, non si sono accorti delle fototrappole che precedentemente erano state piazzate dai Carabinieri Forestali in alcuni punti cruciali, vicino alle recinzioni: «L’esame delle immagini, nella loro evidente chiarezza, nonché i successivi accertamenti ed attività delegata dalla Procura anche in collaborazione delle Stazioni Carabinieri Forestale di Allerona, Orvieto e San Venanzo e del Nucleo Tutela Biodiversità di Formichella, consistenti in perquisizioni domiciliari e sequestro di ulteriori elementi di prova, hanno consentito di individuare i due responsabili, che si trovano ora indagati per uccisione di animale e furto aggravato, commesso con violenza e all’interno di area demaniale».

Nota lieta della giornata la liberazione di una poiana recuperata e curata a cui ieri è stata data di nuovo la libertà di volare alta nei cieli sulla valle del Peglia.

Il centro Formichella fin dal 1978 si occupa del recupero di animali feriti o posti sotto sequestro, e opera come centro di educazione ambientale ospitando migliaia di studenti ogni anno. E’ uno dei centri più grandi d’Italia e presto potrà ospitare anche felini e primati. E’ gestito dai Carabinieri Biodiversità di Assisi e vede occupate circa 15 persone tra cui veterinari, operai e militari.


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