di Gruppo PD (Cristina Croce-Federico Giovannini) / Segretario Maurizio Talanti
Nel corso del Consiglio comunale del 5 giugno i consiglieri di maggioranza hanno perso
l’occasione per affrontare con serietà e verità il tema cruciale della manovra fiscale regionale.
Hanno infatti scelto di discutere un ordine del giorno, protocollato a marzo, ormai superato nella
forma e nella sostanza dalla nuova manovra varata dalla Giunta regionale il 10 aprile scorso.
Una scelta discutibile, che ha portato alla diffusione di cifre e aliquote non corrispondenti alla
realtà, nel tentativo di riscrivere i fatti con lo stile degli strateghi del dimenticabile Minculpop.
Ma la verità è chiara e documentata: la manovra si è resa necessaria per evitare il
commissariamento della Regione, dopo che il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha
certificato un disavanzo complessivo di 73 milioni di euro, di cui 39 milioni relativi al fondo di
dotazione – svuotato negli anni precedenti – e 34 milioni al deficit strutturale.
I consiglieri di maggioranza sembrano non voler accettare che la Giunta regionale abbia finalmente
scelto di decidere, assumendosi la responsabilità di scelte difficili, mentre in passato si è preferito
rimandare e nascondersi dietro l’illusione che i problemi si sarebbero risolti da soli. Dopo cinque
anni di immobilismo e gestione fallimentare, aggravati da tagli del governo centrale per 40 milioni
in tre anni, si è scelto il coraggio della verità e della responsabilità.
La manovra in questione: Introduce una no tax area per i redditi fino a 28.000 euro, prevede uno
sgravio di 150 euro per i redditi tra 28.000 e 50.000 euro, tutela le fasce più deboli, e chiede un
contributo maggiore a chi ha di più.
Un’impostazione equa e progressiva, concepita per salvare la sanità pubblica e garantire i servizi
essenziali, che si affianca a un piano strutturale di rilancio del sistema sanitario regionale, con
l’obiettivo di eliminare quella “tassa occulta” che pesa sulle famiglie costrette a rivolgersi al privato
per prestazioni fondamentali e che corrode il fondamentale diritto alla salute. A ciò si aggiunge il
percorso, finalmente avviato, per la definizione di un piano socio-sanitario atteso da anni, che darà
trasparenza alla destinazione delle risorse pubbliche.
Tutto il resto è rumore di fondo. Tentativi di sviare l’attenzione dal disastro amministrativo prodotto
dalla Giunta precedente che ha lasciato una sanità umbra in ginocchio. Chi oggi alza la voce per
polemizzare dovrebbe piuttosto riflettere sul silenzio con cui, per anni, ha coperto il progressivo
smantellamento del sistema sanitario, continuando a ripetere che “va tutto bene, Madama la
Marchesa”.
Una retorica stanca, offensiva per l’intelligenza dei cittadini, che sarebbe ora di archiviare, insieme
a una campagna elettorale permanente, livorosa e inconcludente.
