Tradizione rispettata domenica 8 giugno a Orvieto per la festa della Palombella. A mezzogiorno in punto, tra gli squilli delle chiarine schierate a festa sul sagrato del Duomo, e il sottofondo della musica della Filarmonica “Luigi Mancinelli”, dopo che il vescovo Gualtiero Sigismondi, dal terrazzo del palazzo dell’Opera del Duomo ha dato il via sventolando, come vuole la tradizione, un fazzoletto bianco, è discesa fino in piazza la Palombella.

Tutta come da copione, e da tradizione, è così entrata a pieno titolo nell’album dei ricordi della città l’edizione 2025 della Palombella, la festa più antica di Orvieto, che ogni anno richiama gli orvietani in piazza Duomo nel giorno di Pentecoste. Con loro anche tanti turisti, per una piazza Duomo gremita e assolata, con il naso all’insù per seguire il volo della Palombella che, simulacro dello Spirito Santo, è scesa lungo un filo metallico teso dalla torre campanaria della Chiesa di San Francesco fino al sagrato del Duomo, fino al baldacchino storico simbolo del Cenacolo degli Apostoli.
E come da tradizione la bianca colomba dopo la discesa e dopo la visita del veterinario incaricato di verificarne lo stato di salute, è stata consegnata nelle mani del vescovo che ha poi provveduto, sempre secondo tradizione, a farne dono ad una coppia di sposi, Serena Antonini e Alex Muzzi, giovani orvietani che si sono uniti in matrimonio sabato 31 maggio nella Chiesa della Capretta, e che la terranno con loro, custodendola per tutto il tempo che vivrà. «La tratteremo con grande cura – ha detto l’emozionatissima neo sposa – quando abbiamo saputo la notizia siamo stati veramente felicissimi».

Sempre secondo la tradizione, è stato poi il presidente dell’Opera del Duomo, Andrea Taddei, a tagliare in tanti piccoli pezzetti il nastro rosso che abbellisce la raggiera su cui è fissato il tubo di plexiglass che protegge la colomba, e a donarlo a chiunque voglia conservarlo per buon auspicio.
