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Danneggiata la targa alla memoria di Stefano Melone. I messaggi della politica, le parole della famiglia

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Atto vandalico, bravata o altro? Non si sa. Quel che si sa è che qualcuno, presumibilmente nella notte tra giovedì 6 e venerdì 7 marzo, ha spezzato in due la targa che ai giardini comunali di Orvieto Scalo “Stefano Melone” ne ricorda le memoria. Forse lanciando un sasso, forse usando qualcosa per romperla, la dinamica è tutta da definire, così come non ci sarebbe nulla che possa indirizzare gli inquirenti che al momento – la denuncia è stata depositata presso il Commissariato di pubblica sicurezza di Orvieto – si stanno muovendo a 360 gradi. Attenzione anche dalla Polizia Locale che è stata interessata al fatto.

L’intitolazione dei giardini alla memoria del maresciallo elicotterista dell’Esercito, Stefano Melone, avvenne nel dicembre 2021. Il militare orvietano, morì a soli 40 anni, l’8 novembre 2001, per le conseguenze causategli dall’esposizione alle polveri di uranio impoverito durante le missioni umanitarie e di pace all’estero (Albania 1991, Somalia 1994, Libano 1996, Kosovo 1999) alle quali aveva partecipato. Dopo una lunga battaglia giudiziaria portata avanti con tenacia dalla sua famiglia, solo nel 2006 una sentenza del tribunale civile di Roma, confermata in appello, stabilì per la prima volta nella giurisprudenza, il collegamento tra l’esposizione all’uranio impoverito e le particolari forme tumorali che ne derivano. Nel 2017 il consiglio comunale approvò all’unanimità l’intitolazione alla memoria di Stefano Melone dei giardini pubblici di Orvieto Scalo con lo scopo di «tramandare alle future generazioni di orvietani non solo il ricordo di un uomo speciale, ma, soprattutto, gli alti valori in cui egli ha creduto e vissuto: dedizione ai doveri militari, spirito di servizio delle Istituzioni, abnegazione, legalità, impegno, tenacia, totale ed incondizionato senso del dovere, umanità, Amor di Patria, assoluto senso della Famiglia».

E proprio all’indirizzo della famiglia ieri tanti sono stati i messaggi di vicinanza, primo fra tutti quello della sindaca Roberta Tardani: «Desidero esprimere personalmente e a nome dell’intera amministrazione comunale la massima solidarietà e vicinanza alla famiglia Melone per il vergognoso atto vandalico di cui è stata oggetto questa notte la targa in memoria di Stefano Melone nel giardino di via Monte Nibbio a Orvieto scalo. Un gesto violento che oltraggia il ricordo di un nostro concittadino che con generosità e dedizione si è speso per la nostra comunità e per la Nazione intera, in un luogo peraltro significativo che abbiamo voluto dedicare alla solidarietà e all’inclusione. Un episodio intollerabile che non vorremmo essere figlio di un clima di odio e rabbia che si sta cercando di seminare in maniera incomprensibile e ingiustificabile e che non appartiene alla nostra comunità».

«Questo vile gesto non può e non deve essere sottovalutato a prescindere dalla natura delle infami mani che lo hanno compiuto – così il vicesindaco Stefano Spagnoli – infrangere una targa posta in memoria di un uomo che ha ha dato la vita per servire lo Stato italiano non può essere considerato soltanto un oltraggio a lui stesso ma a tutti gli altri servitori del nostro paese che hanno difeso o continuano a difendere i valori della legalità e della nostra sicurezza, nell’accezione più ampia del termine, e alla nostra comunità che ha avuto l’onore di avere, come concittadino, il Maresciallo dell’esercito Stefano Melone. Esprimo la mia più viva vicinanza e solidarietà alla sua famiglia ed in particolare al figlio Davide con il quale condivido l’impegno politico nel governo della nostra città ed auspico che le indagini degli inquirenti possano individuare al più presto gli ignobili responsabili di questo vergognoso atto vandalico».

Il presidente del consiglio comunale, Stefano Olimpieri, commenta così l’episodio che si è verificato a Orvieto scalo.
Aver distrutto la targa che ricorda il padre Stefano presso i giardini di Orvieto Scalo a lui intitolati – afferma – dimostra come nella società esistano ancora dei vili che compiono azioni di questa gravità. Stefano Melone è deceduto giovane in conseguenza di una grave malattia contratta per servire le nostre forze armate. Un uomo che ha dimostrato nel corso della sua esistenza di essere un ottimo padre e un valoroso militare. L’ho conosciuto personalmente e abbiamo sempre avuto un ottimo rapporto e un reciproco rispetto. L’atto di questa notte dimostra che non c’è fine alla vigliaccheria di certi personaggi che meritano di non appartenere ad una comunità civile come quella orvietana. Nel ribadire la mia solidarietà e vicinanza al consigliere e amico Davide Melone, sollecito le Forze di Polizia ad attivarsi nel cercare di scoprire il prima possibile i responsabili di questo gravissimo atto“.

«Condanniamo fermamente l’atto vandalico che ha colpito la targa commemorativa dedicata a Stefano Melone – il messaggio della Sezione Lega Orvietano – un simile gesto, che offende la memoria di una persona cara alla comunità, è inaccettabile e non ha giustificazioni. Tali atti ledono non solo il ricordo di chi non c’è più, ma anche il rispetto per tutti i cittadini. È fondamentale che ogni forma di vandalismo venga combattuta con determinazione e che il rispetto per la storia e la memoria collettiva prevalga. Invitiamo tutti a riflettere sull’importanza di preservare i segni di memoria come simboli di valore e rispetto. Un abbraccio a Davide Melone e a tutta la comunità di Fratelli d’Italia dell’Orvietano».

Messaggi di vicinanza anche dai colleghi consilieri comunali Sabrina Mandolini e Massimo Perali (gruppo consiliare Fdi)

Nota del Partito Democratico Orvieto

Il Partito Democratico di Orvieto esprime la più ferma condanna per l’ignobile atto vandalico che ha colpito la targa dedicata a Stefano Melone nel giardino di via Monte Nibbio a Orvieto Scalo. Un gesto vile, che non è soltanto un’offesa alla memoria di un uomo che ha servito con dedizione la comunità e il Paese, ma anche un oltraggio ai principi di rispetto e convivenza civile che dovrebbero essere patrimonio condiviso di ogni società democratica. 

La profanazione di un simbolo, specialmente quando rappresenta l’impegno e il sacrificio di un concittadino, non è mai un atto neutro. Chi colpisce la memoria dimostra di non aver ancora fatto i conti con il proprio passato e di non aver compreso il valore più alto delle istituzioni democratiche: il rispetto. 

Stefano Melone è stato un padre, un punto di riferimento per il senso civico e il dovere collettivo. Attaccare ciò che lo ricorda significa colpire non solo la sua storia personale, ma il principio stesso che distingue una comunità matura e consapevole da una che si lascia trascinare in dinamiche di rancore e divisione. C’è da chiedersi, con preoccupazione, da dove nasca questo clima di intolleranza e chi abbia interesse a renderlo terreno fertile. Non vorremmo che dietro a questi gesti si celasse il tentativo di riesumare sentimenti che la storia ha già giudicato e condannato, e che ogni forza politica, senza esitazioni, dovrebbe ripudiare con chiarezza e senza ambiguità. 

Orvieto è una città che ha sempre saputo rispondere con fermezza a ogni tentativo di riscrivere la storia o di scivolare verso una visione distorta della comunità. Chi fa politica ha il dovere di dimostrare, con i fatti e con le parole, di saper essere interprete di questa tradizione, prendendo una posizione netta e inequivocabile. Non è più tempo di silenzi imbarazzati o di mezze condanne: è tempo di scegliere da che parte stare. 

Alla famiglia Melone esprimiamo la nostra più sincera vicinanza. Al contempo, ribadiamo il nostro impegno affinché la memoria di chi ha servito la comunità non possa mai essere cancellata da chi tenta di negarne il valore.  

Le parole della famiglia Melone
«A nome mio e della mia famiglia, voglio esprimere la mia profonda amarezza per il vile
danneggiamento della targa in memoria di mio padre, Stefano Melone, avvenuto questa
notte. Allo stesso tempo, desidero ringraziare di cuore tutti coloro che in queste ore ci
hanno espresso solidarietà e vicinanza.
Quello che è accaduto non è soltanto un gesto di vandalismo, ma un oltraggio alla
memoria di un servitore dello Stato, che ha sacrificato la propria vita a causa dell’uranio
impoverito. Un uomo che ha dedicato la sua intera esistenza al servizio della Nazione, con
onore e dedizione, e che merita rispetto, non offese o sfregi alla sua memoria.
Quella targa si trova nel giardino a lui dedicato, che è poi il Giardino della Solidarietà e
dell’Inclusione, un luogo che nasce per rappresentare i valori del servizio, del sacrificio e
della comunità. Vederla profanata non è solo un attacco a me e alla mia famiglia, ma
un’offesa a tutta la comunità e ai principi che questo luogo incarna.
Grazie al calore ricevuto da tantissime persone, io e la mia famiglia ci sentiamo meno soli
in questo momento di dolore e amarezza. La vicinanza dimostrata da amici, concittadini e
istituzioni ci dà la forza di ribadire che la memoria di chi ha servito la Patria deve essere
rispettata e mai calpestata.
Un grazie sentito va al Comandante della Polizia Locale, al Commissariato di Orvieto e ai
Carabinieri, che sono accorsi prontamente e si sono immediatamente attivati per fare
chiarezza sull’accaduto. Il loro impegno e la loro presenza costante rappresentano un
presidio fondamentale per la sicurezza e il rispetto della legalità nella nostra città.
Rispondo e rispondiamo a questo atto, di qualsiasi natura esso sia, con un sorriso e con la
schiena dritta, come l’esempio che ci ha donato mio padre nell’arco della sua vita.
Nessuna vendetta, ma solo giustizia.
Confido nel lavoro delle autorità affinché venga fatta chiarezza su quanto accaduto e
rinnovo il mio appello al rispetto, perché il ricordo di chi ha servito la Patria non può e non
deve essere oltraggiato».

maresciallo elicotterista Esercito Italiano – Stefano Melone

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