Giornata di follia quella di martedì 8 ottobre nella Casa Reclusione di Orvieto dove, due detenuti marocchini hanno aggredito un loro connazionale. A dare la notizia è Fabrizio Bonino, segretario per l’Umbria del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria.
“All’atto dell’apertura delle celle – spiega Bonino – verso le 9.00, due detenuti nordafricani, verosimilmente ubriachi, hanno cercato di aggredire un loro connazionale per ragioni sconosciute. Il detenuto aggredito si è difeso con la gamba di un tavolino. I poliziotti intervenuti, con l’aiuto di altri detenuti, sono riusciti a separarli e calmarli. I due aggressori, per evitare ulteriori disordini, sono stati chiusi in due celle diverse. Uno ha pensato bene di distruggere tutte le suppellettili presenti mentre l’altro ha veementemente rifiutato di trasferirsi di cella il che ha causato lo spostamento di altri due detenuti. Il tutto condito da vari insulti e minacce sia per i poliziotti che per gli altri detenuti”.
Bonino tuona: “Non è accettabile che i detenuti riescano impunemente a procurarsi droga, alcool e a mettere a repentaglio l’ordine e la sicurezza di un intero istituto, per non citare l’incolumità dei poliziotti penitenziari. Il carcere si Orvieto conta oggi 121 detenuti a fronte di una capienza di 100. Il provveditorato della Toscana continua ad essere “matrigno” (assegnando costantemente detenuti provenienti dalla Toscana) e totalmente insensibile alle problematiche e alle difficoltà umbre. Cosa si aspetta a sfollare un piccolo istituto come quello di Orvieto da quell’eccedenza assurda di detenuti? Probabilmente si aspetta che qualcuno si faccia male. Vergogna!”
“Una situazione tanto pericolosa quanto assurda – sottolinea Donato Capece, segretario generale del SAPPE – La vicenda ripropone nuovamente le difficoltà in cui versa il sistema penitenziario nazionale. La tensione nelle carceri è palpabile ogni istante ed è grave che a pagare lo scotto siano i servitori dello Stato: è un’offesa alla Nazione, un gesto vile e da censurare in quanto commesso in stato di detenzione all’interno di un carcere mentre si è soggetto ad un’opera di risocializzazione. Uno scempio unico e senza appelli! Il grave evento critico di Orvieto, per altro, è solo l’ultimo di una serie di episodi che evidenziano la necessità di un intervento urgente e sistematico per migliorare le condizioni di sicurezza all’interno degli istituti penitenziari”.
Il segretario generale del SAPPE annuncia che “il SAPPE lancia un appello forte e chiaro alle istituzioni chiedendo l’immediato intervento del D.A.P. e del Ministero della Giustizia. Il primo sindacato della Polizia Penitenziaria sottolinea la necessità di adottare misure più severe nei confronti dei detenuti violenti reputando che soggetti come questi non meritino alcun tipo di beneficio. È necessario applicare l’art. 14 bis dell’Ordinamento Penitenziario e fornire al personale strumento adeguato alla propria difesa”.