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Pietroiusti, Tamaro, Strabioli, Cotarella. I primi quattro nomi che a Roma sosterranno Orvieto Capitale della Cultura 2025

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Martedì 28 marzo, alle 9, a Roma, nella sede centrale del Ministero della Cultura, si terrà l’audizione in cui la città di Orvieto metterà tutta sé stessa nel presentare il proprio progetto di candidatura a Capitale italiana della Cultura 2025. Il dossier di candidatura dal titolo “Meta meraviglia. La cultura che sconfina” è ancora top-secret, diversamente non potrebbe essere perché le pretendenti al “titolo” sono ancora dieci e nessuna ha in pratica scoperto le proprie carte.

Qualcosa però a Orvieto inizia a trapelare. Dopo l’ufficializzazione del logo, il comune di Orvieto ha diffuso i primi quattro nomi dei componenti del comitato scientifico chiamato a sostenerne la candidatura. Una vera e propria task-force fatta di «importanti personaggi della cultura, dell’arte, del giornalismo, della letteratura, dell’enogastronomia, del cinema e dell’innovazione – ha spiegato la sindaca Roberta Tardani – per una squadra veramente di alto livello per tentare di raggiungere questo sogno».

Il primo nome è quello di Cesare Pietroiusti, artista e docente, già presidente dell’Azienda Speciale Palaexpo di Roma e Direttore del Master in Arti Performative, fondatore della Fondazione Lac o Le Mon, co-fondatore del Centro Studi Jartrakor, Roma e della Rivista di Psicologia dell’Arte. Co-curatore del Corso di Arti Visive della Fondazione Ratti, Como, 2006-2011, membro del comitato promotore del Forum dell’Arte Contemporanea italiana. È docente di Arti Visive – Iuav, Venezia, dal 2004 e Mfa Faculty presso Lucad, Lesley University, Boston, dal 2009.

Il secondo nome è quello della scrittrice Susanna Tamaro; ha studiato al Centro Sperimentale di Cinematografia, diplomandosi in regia. Per dieci anni ha lavorato per la televisione, realizzando documentari scientifici. I suoi libri hanno venduto milioni di copie in Italia e sono stati tradotti in tutto il mondo. Tra i suoi titoli Ogni angelo è tremendo, Illmitz, Per voce sola, Va’ dove ti porta il cuore, Rispondimi, Fuori, Ascolta la mia voce, Luisito, Anima mundi, Cara Mathilda, Verso casa, Più fuoco, più vento, Ogni parola è un seme, L’isola che c’è, Per sempre.

Il terzo nome è quello di Pino Strabioli. Regista teatrale, attore e conduttore televisivo, è il direttore artistico del Teatro Mancinelli di Orvieto e attualmente è in tv con Il caffè Rai su Rai1 e Rai5.

Ultimo nome del primo blocco svelato è quello di Riccardo Cotarella, imprenditore ed enologo italiano, ha fondato nel 1979 l’Azienda Vinicola Falesco e nel 1981 la società di consulenze viticole ed enologiche Riccardo Cotarella S.r.l. È docente di Viticoltura ed enologia presso l’Università della Tuscia di Viterbo. Dal 2013 è presidente di Assoenologi, associazione di enologi ed enotecnici italiani. Ha partecipato al progetto “Wine for Life” della comunità di Sant’Egidio, occupandosi di un processo di formazione agrovinicola indirizzato ai giovani della Comunità di San Patrignano. Ha seguito inoltre la cantina Cremisan di Bethelem (Palestina), progetto e azienda della comunità dei Salesiani. Nel 2014 è stato scelto come presidente del Comitato scientifico per l’allestimento del padiglione del vino italiano di Expo 2015.

Uno al giorno, fino a lunedì 27 marzo, saranno svelati gli altri prestigiosi nomi che, insieme alla sindaca Tardani, porteranno a Roma l’istanza della città di Orvieto cercando di centrare l’obiettivo ovvero che sia Orvieto la Capitale 2025 che il 31 marzo il Ministero della Cultura proclamerà. Le altre città ancora in gara sono, oltre a Orvieto, Agrigento, Aosta, Assisi (Perugia), Asti, Bagnoregio (Viterbo), Monte Sant’Angelo (Foggia), Pescina (L’Aquila), Roccasecca (Frosinone) e Spoleto (Perugia).

Intanto lunedì 20 marzo è stato diffuso il teaser del video che accompagnerà l’audizione, a Roma ne sarà presentata la versione integrale. «Ora – l’appello della sindaca Tardani – c’è ancora più bisogno di tutti per provare a raggiungere un sogno. A Roma, davanti alla giuria del Ministero, ci dovrà essere tutta la città».


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