Maria Rita Paggio è stata eletta segretaria generale della Cgil dell’Umbria al termine dei lavori del 14/o congresso regionale che si è svolto nelle giornate di ieri e oggi a Perugia, con la partecipazione del segretario generale della Cgil nazionale, Maurizio Landini.
Paggio – prima donna alla guida della Cgil regionale – 58 anni, orvietana, lavoratrice di Arpa Umbria, già segretaria generale dello Spi Cgil dell’Umbria e prima responsabile della Camera del lavoro di Orvieto, segretaria della Flai dell’Umbria, componente della segreteria della Camera del lavoro di Terni e di quella della Cgil regionale, è stata eletta dalla nuova assemblea generale con 105 voti favorevoli, cinque contrari e due schede bianche. Paggio subentra a Vincenzo Sgalla, che ha guidato l’organizzazione negli ultimi otto anni, e al quale è andato il ringraziamento di tutto il congresso e quello personale di Maurizio Landini. Proprio da un concetto espresso ieri da Sgalla, quello del «sindacato di strada» è partita Paggio nelle sue dichiarazioni programmatiche: «Vi propongo l’impegno collettivo a declinare fino in fondo quest’idea, quella del sindacato di strada – ha detto la nuova segretaria, secondo quanto riferisce il sindacato – che significa stare ogni giorno vicino agli ultimi e battersi per cambiare le disuguaglianze crescenti». Tra i temi messi al centro da Paggio ci sono prima di tutto il superamento della precarietà, l’aumento dei salari, una lotta senza campo alla «strage infinita dei morti sul lavoro, ai quali da qualche tempo – ha ricordato la segretaria – si sono aggiunte le morti degli studenti in alternanza scuola lavoro». C’è poi naturalmente la libertà delle donne, «termometro di civiltà di ogni comunità». Inverno demografico, fuga dei giovani, culle vuote, un mondo del lavoro frantumato da appalti e subappalti, una sanità pubblica in ginocchio: queste secondo Paggio sono le principali criticità con cui la regione dovrà confrontarsi nei prossimi anni, criticità che si possono affrontare soltanto «rimettendo al centro le persone e i loro diritti».