di PCI – Federazione di Orvieto
Ci associamo alle perplessità sollevate dal Segretario della FIT CGIL Ciro Zeno, in
ordine alla situazione del trasporto pubblico nella nostra Regione con accento più marcato
su quella relativa al nostro comprensorio. L’Umbria, in generale ed in essa in maniera
ancora più penalizzante il territorio orvietano, seppure intersecato dalle reti primarie di
comunicazione nazionale, non ha mai avuto la capacità di pretendere ed ottenere un
livello di qualità ed efficacia del servizio pubblico di trasporto, adeguata al cambiare dei
tempi e delle dinamiche di vita e di lavoro.

Lo stato di fatto che studenti, lavoratori e viaggiatori orvietani in genere, utilizzatori di
treno, subiscono ogni giorno, ritardi, soppressioni, variazioni di percorrenza e di orari, non
si modifica parlando di grandi opere, di progetti straordinari, di alta velocità; anzi diventa
addirittura meschino e provocatorio quando si cerca di nasconderlo con accattivanti spot
televisivi sulla efficienza, sulla attenzione e sul riguardo, questo ultimo comprensivo di
caffè e cioccolatino, che vengono offerti (?) sulla nostra rete ferroviaria.
Questo stato di fatto, il cui superamento efficace presuppone di certo anche
interventi tecnici e strutturali sulla rete, deve essere affrontato prima, con capacità e
competenza, a livello politico ed amministrativo, avendo però chiaro quale sia il significato
e lo scopo primario di un servizio, non a caso pubblico, quale è e deve rimanere quello del
trasporto.
Questo stato di fatto non può continuare a prevedere menzogne, interventi a
tampone ed a macchia di leopardo, non può più tollerare silenzi assensi di scuderia
quando non di campanile, interrotti di tanto in tanto da dichiarazioni con promesse
eclatanti di chissà quali migliorie e benefici per gli utenti.
Per una reale concreta transizione verso il trasporto efficiente di persone e merci è
necessario un processo radicale di revisione e riqualificazione di un servizio, che
ribadiamo deve essere pubblico, attualizzato alle esigenze del terzo millennio, con
orizzonte a medio lungo termine. Non può pertanto continuare ad essere pensato
limitatamente ad una città o ad un territorio ma in quanto rete, rispondere ai criteri migliori
di interconnessione e presentare nodi primari e secondari in funzione di parametri oggettivi
e dimostrabili, ai quali, nell’ottica della più efficace qualità complessiva del servizio a cui
tendere, far confluire reti minori sempre su rotaia dove possibile, ovvero, in assenza di
soluzioni perseguibili, su gomma.
Sollecitiamo pertanto anche noi l’Amministrazione Comunale e la Regione Umbria, per
un nuovo e diverso atteggiamento, tale da subordinare alla letterale definizione di Servizio
per i Cittadini, qualunque diversa errata concezione di trasporto pubblico, che abbia fino
ad ora determinato immobilismo, scarsa capacità di pianificazione, scelte inadeguate o
peggio, facili ed improduttive declinazioni di responsabilità ad altri.