Con un grande successo di partecipazione è stata inaugurata sabato scorso la mostra “Grandi Maestri dal Museo dell’Opera del Duomo di Orvieto – da Simone Martini a Luca Signorelli”, ospitata negli spazi del Museo Claudio Faina. Un evento di profondo significato culturale e simbolico, che ha saputo unire istituzioni, cittadini e appassionati d’arte in un momento di autentica condivisione del patrimonio storico-artistico della città.

La mostra nasce dalla collaborazione tra due realtà centrali per la cultura orvietana: l’Opera del Duomo e la Fondazione per il Museo “Claudio Faina”. Un dialogo istituzionale che va ben oltre la semplice sinergia operativa, configurandosi come un vero e proprio progetto comune di valorizzazione del patrimonio, capace di generare nuove prospettive di fruizione e di approfondimento culturale e artistico. Le opere in mostra testimoniano la grandezza della tradizione artistica legata al Duomo di Orvieto, trovando nuova luce e risonanza all’interno del contesto del Museo Faina. Il percorso espositivo, curato con rigore scientifico e profonda sensibilità, guida il visitatore in un viaggio emozionante attraverso i secoli, restituendo il senso vivo e attuale della bellezza.

«Un momento significativo che rappresenta il frutto di un percorso condiviso, avviato da
mesi, grazie alla collaborazione tra l’Opera del Duomo e la Fondazione Faina – ha
specificato Andrea Taddei, presidente dell’Opera del Duomo di Orvieto -. Un lavoro
svolto con impegno attraverso una commissione congiunta, che ha portato alla definizione
di una convenzione e alla costruzione di progetti comuni orientati a una sinergia tra i due
enti. La mostra rappresenta il primo passo concreto di questa collaborazione. Ma
soprattutto, testimonia la volontà condivisa di sviluppare ulteriori progetti che rendano
sempre più accessibile e integrata l’offerta culturale della città, a beneficio tanto della
comunità orvietana quanto dei numerosi visitatori che ogni giorno animano questa piazza».

Dello stesso avviso il presidente della Fondazione per il Museo Claudio Faina, Andrea
Solini: «Non posso che esprimere un’evidente soddisfazione per la riuscita di questo
evento, che segna l’avvio di una preziosa collaborazione con l’Opera del Duomo – ha
spiegato -. La partecipazione è stata ampia e significativa, un segnale importante
dell’interesse che la nostra comunità nutre per la cultura e per le iniziative di valorizzazione
del nostro patrimonio. L’inaugurazione è stata l’occasione per ribadire il valore dell’arte
come strumento di coesione e crescita collettiva, e per riconoscere il ruolo centrale delle
istituzioni culturali nel custodire, raccontare e rinnovare la memoria di una comunità. Mi
auguro sinceramente che questo possa essere solo l’inizio di un percorso duraturo, che
porti sempre più persone a scoprire e ad apprezzare le straordinarie opere dell’Opera del
Duomo, in un contesto nuovo e sinergico come quello della Fondazione Faina».
L’inaugurazione è stata l’occasione per ribadire il valore dell’arte come strumento di coesione e crescita collettiva, e per riconoscere il ruolo centrale delle istituzioni culturali nel custodire, raccontare e rinnovare la memoria di una comunità.

«Come soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio dell’Umbria siamo orgogliosi di
aver partecipato all’inaugurazione di questa mostra che ospita all’interno del Palazzo
Faina alcune opere molto significative del Museo dell’Opera del Duomo di Orvieto – ha evidenziato Francesca Valentini, Soprintendente archivistica e bibliografica dell’Umbria -. È un’operazione che unisce tutela, conservazione e valorizzazione perché nasce dalla necessità di mettere in sicurezza gli ambienti del Museo dell’Opera del Duomo da un punto di vista climatico e strutturale ma che consente allo stesso tempo, proprio attraverso la collaborazione con la Fondazione Faina di rendere fruibili alcune delle opere più importanti della collezione. Per questo come Sovrintendenza Abap dell’Umbria abbiamo condiviso questa operazione fin dal primo momento come anche il trasferimento di alcune delle opere del Museo all’interno del Duomo stesso per garantire la fruizione in continuità e allo stesso tempo la massima tutela delle opere».

