«Siamo quasi 50 soci che per riunirci siamo costretti a girare da un bar all’altro o a radunarci a casa di qualcuno, ci sentiamo abbandonati». Ad esprimere tutto il proprio disappunto per una situazione che sta interessando il Centro Sociale Ancescao di Orvieto Scalo sono appunto i soci e i tanti cittadini che nel tempo hanno sempre frequentato l’associazione.
Sul piatto c’è lo “sfratto” del centro sociale di Orvieto Scalo dai locali dell’ex scuola media adiacente ai giardini comunali, edificio che ormai mesi fa è stato demolito e sulla cui area è al lavoro il cantiere per la realizzazione del palazzo che ospiterà il nuovo Centro per le politiche sociali. Senza più una sede, ai soci del Centro Sociale dello Scalo, non è andata proprio giù la risposta che la sindaca Roberta Tardani, in risposta alla interrogazione della minoranza che chiedeva appunto lumi sulla situazione avrebbe risposto «Si tratta di avere la pazienza di attendere la fine dei lavori».

«Riteniamo inopportuno che su una questione così delicata si possa venire a conoscenza di una mancata soluzione, esclusivamente attraverso un annuncio a mezzo stampa – dicono dal Centro Sociale Ancescao di Orvieto Scalo – senza la possibilità di un confronto diretto con le associazioni e i residenti coinvolti. Un incontro aperto sarebbe stato non solo auspicabile, ma essenziale per affrontare tale situazione in modo costruttivo e rispettoso delle necessità della nostra comunità. La struttura interessata, situata nell’unica area verde del quartiere e molto frequentata negli anni, se pur affidata all’associazione Ancescao, ha rappresentato un vero e proprio fulcro per numerose iniziative sociali e culturali, diventando un punto di riferimento per i giovani, le famiglie, gli anziani di Orvieto Scalo e le altre associazioni. La sua importanza va oltre la semplice gestione operativa. E’ cruciale, quindi, che le voci delle associazioni e dei cittadini siano ascoltate e considerate e non liquidate con un laconico “bisogna avere pazienza e aspettare la fine dei lavori”. Inoltre, riteniamo, come più volte ribadito, sia fondamentale che l’amministrazione comunale e i responsabili della riqualificazione prendano in seria considerazione la creazione di spazi alternativi temporanei, come ad esempio tensostrutture, per permettere la continuità delle attività delle associazioni, dei cittadini e delle varie realtà del quartiere».
La sindaca però, c’è da dire che soluzione ne aveva cercate: «Come ho avuto modo di dire nel corso degli incontri che ho avuto con Ancescao e Anteas – aveva spiegato Tardani – il comune non ha ulteriori spazi di proprietà da destinare, anche temporaneamente al circolo, così come non è stato possibile prevedere un prefabbricato nell’area interessata dal cantiere. Abbiamo valutato anche la possibilità di trovare spazi all’interno del Borgo ma al momento non ci sono disponibilità in tal senso, avevo chiesto anche al parroco di Orvieto Scalo di valutare di destinare uno spazio che era dell’oratorio».
Insomma si tratta di avere la pazienza di attendere la fine dei lavori. I soci di Ancescao Orvieto Scalo non sono soddisfatti, «ma – dicono – rimaniamo aperti al dialogo e alla collaborazione, con l’auspicio che si possa instaurare una comunicazione più costruttiva, affinché insieme possiamo trovare soluzioni efficaci per il bene della nostra comunità».