Ieri una cinquantina di viaggiatori tra Orvieto e Chiusi sono rimasti a Orte perché la coincidenza che li avrebbe dovuti riportare nei loro territori non ha aspettato il treno in arrivo
Non si placano i disagi per i pendolari di Orvieto e Chiusi per i quali il rientro a casa è diventato una vera e propria odissea.
Ieri è toccato a chi viaggiava sul Regionale Veloce 4732, in partenza da Roma alle 18, con coincidenza a Orte. Tutti rimasti a piedi perché il Regionale Veloce 4106, che li doveva aspettare per portarli nei loro territori, era già partito. E, beffa della beffa, mentre il 4732 entrava in stazione ad Orte il 4106 partiva. I viaggiatori diretti a Orvieto e Chiusi sono stati riprotetti sull’Intercity 598, senza supplemento, ma lo hanno dovuto attendere circa mezz’ora, arrivando a Orvieto venti minuti dopo. In molti che viaggiano da stazioni minori hanno dovuto trovare soluzioni alternative per il rientro.

“Ogni giorno un disagio – dice il Comitato Pendolari Roma Firenze – ed ogni giorno chiediamo spiegazioni che non ci vengono fornite né da Trenitalia né da RFI. Per problemi, inconvenienti o, come ieri, motivi sconosciuti ai più, ci allungano i tempi di viaggio o arrivano addirittura a non rispettare le coincidenze. Come se noi non pagassimo un biglietto, che invece continua ad aumentare, di anno in anno”.
“Invitiamo ancora una volta le Istituzioni e la Politica – conclude il Comitato Pendolari Roma Firenze – a chiedere delucidazioni in merito a questi fatti e a questi cambi di orario e di percorrenza. La situazione che vive chi viaggia quotidianamente su Roma è diventata insostenibile, è questo è sotto gli occhi di tutti. Non possiamo più essere tanti Ulisse, anche perché ricordiamo alle Istituzioni e alla Politica che noi non viaggiamo per diletto, ma per lavoro o studio!”.