Si è spenta a 101 anni, sabato, alla Casa “Natività di Maria” di Morrano dove era ospite da qualche anno, Franca Diviziani. Commosso il ricordo della Nuova Biblioteca Pubblica “Luigi Fumi” che nel 2022 l’aveva intervista per il progetto “La verità, vi prego, sull’amore”: «Con grande tristezza e nostalgia abbiamo ricevuto ieri la notizia della morte di Franca Diviziani – così lo staff della “Fumi” – testimone di lungo corso della nostra comunità che avrebbe compiuto 102 anni il prossimo 23 aprile. Abbiamo avuto l’onore di conoscerla e intervistarla nel settembre 2022 e la ricordiamo con commozione e riconoscenza per il prezioso racconto di vita che ci ha affidato».

Franca Diviziani era nata nel Principato di Monaco; il padre, scalpellino originario di Bagnoregio, era emigrato lì con la moglie Virginia. Dopo la morte prematura del padre in seguito a un intervento chirurgico, il rientro in Italia, a Orvieto, i sacrifici della madre, giovane vedova, per crescere da sola una figlia in anni bui e difficili, per tenerla in collegio, dalle Suore di Maria Bambina, anziché in orfanotrofio. Di quegli anni ricordava la distribuzione di viveri all’Hotel Posta, dove la madre lavorava e viveva, e dove alloggiavano gli americani. Il corso da sarta, il gusto per la moda, le scarpe, le borse, gli abiti su misura per i quali tutti le facevano i complimenti. I suoi vezzi, il desiderio di avere cose belle, li confessava anche come peccati, una vanità che le è rimasta fino alla fine dei suoi giorni. Diviziani fu a lungo segretaria scolastica presso le scuole medie e il liceo classico di Orvieto. Amava ricordare le lunghissime passeggiate nelle campagne intorno Orvieto con le amiche. E i viaggi organizzati con la Romana Pellegrinaggi. Una donna di un secolo fa che ha avuto il cuore di seguire la propria strada, non sposandosi mai: «Non lo so perché – diceva a riguardo – a volte ci ho pensato. Avrò perso molto, ma ho vissuto la vita che volevo».
«Arguta, ironica, lucida – il ricordo della “Fumi” – ti ricordiamo e ti salutiamo. Il tuo passaggio, il tuo racconto lasciano un’eredità che resterà con noi e oggi più che mai abbiamo bisogno di antenati e testimoni».