di Roberta Palazzetti consigliera comunale Proposta Civica
Dopo gli annunci strabilianti della nostra Sindaca sui dati del turismo ad Orvieto nel
2024, molti orvietani, commercianti e operatori del settore, si sono stupiti: non è
certo un clima di crescita quella che gli incassi registrano nelle varie attività
economiche. Insomma solita propaganda e solito sarcasmo? Cerchiamo di vederci
chiaro.
La spiegazione non è difficile, e purtroppo non è nuova. Quello che genera ricchezza
dal turismo e quindi porta valore alla città è l’andamento degli arrivi e delle presenze
turistiche in tutto l’orvietano (che poi vengono ad Orvieto) e la composizione di chi
viene, con una chiara spesa pro capite maggiore per gli stranieri.
Purtroppo i dati del turismo nell’orvietano non sono buoni: crescita modesta e ben al
di sotto dell’Umbria, mancanza di ripresa piena dopo la pandemia, trend
decisamente negativo negli ultimi mesi e una forte riduzione di attrattività per turisti
stranieri. Non lo dico io ma le statistiche ufficiali regionali che coprono i primi 7 mesi
del 2024, cioè fino a Luglio.
https://www.regione.umbria.it/documents/18/25947757/Movimento+Comprensoriale+
7mesi+2024-23-22-19/9e08a06f-38f6-453a-b9b7-d837e7a30989
Ecco cosa ci dicono i dati.
– Il comprensorio dell’orvietano continua a crescere poco, molto meno
dell’Umbria. Nei primi 7 mesi dell’anno sono arrivati nell’orvietano 110,500
turisti: sono 1700 in più dello scorso anno (+1,5%), ma 10 mila in meno del
- A questo ritmo ci vorranno altri 6 anni per recuperare i livelli pre-Covid.
L’Umbria invece ha accresciuto di 85 mila il numero degli arrivi in questi 7
mesi (+5,2%), ma soprattutto registra 150 mila turisti in più rispetto alla pre
pandemia. Insomma Orvieto spende tanto, ha una posizione invidiabile ma
non recupera.
– La situazione peggiora di mese in mese. I dati dei primi sette mesi del 2024
sono ancora positivi perché’ il primo trimestre è stato eccellente. Ma come
avevo già detto e scritto, una buona parte della crescita era dovuta alla
cadenza di festività e ponti tra gennaio e marzo. Così a fronte di modeste
crescite nei 7 mesi gli ultimi sono stati pessimi. In Luglio (ultimo mese
disponibile) il crollo: arrivi di turisti nell’orvietano calati del 9% rispetto all’anno
precedente, permanenze calate del 10,6%. Speriamo tutti in una ripresa nei
prossimi mesi, ma difficile da prevedere.
– Se poi guardiamo la composizione di chi arriva aggiungiamo l’ultimo tassello
del puzzle. I turisti stranieri sono sempre stati un punto di forza per
l’orvietano, rappresentando un 40% del totale, ben al di sopra della media
regionale. Ovviamente siamo aiutati dalla nostra posizione, tra Roma e
Firenze, a un centinaio di kilometri dallo scalo di Fiumicino. Ebbene, anche
su questo fronte siamo rimasti indietro. Nel 2024 abbiamo aumentato gli arrivi
di stranieri del +3,3%, ben al di sotto della crescita regionale dell’11,2% e del
boom di arrivi in Italia. Ma va sottolineato che questa ripresa è ben poco se
comparata al passato. Dal 2019 infatti abbiamo perso 1 straniero su 4!
Insomma stranieri nell’orvietano in calo del 25% mentre la regione Umbria
cresceva del 7,5%.
– Per chiudere in positivo, è vero che registriamo una crescita della
permanenza media (2,43 giorni) ma siamo comunque sotto la media
dell’Umbria. Il dato è incoraggiante anche se aiutato dalla prevalenza ad
Orvieto di strutture extra alberghiere che per costo e natura tendono ad avere
soggiorni più lunghi.
Ma i numeri non sono tutto. Ci danno un dato obiettivo e riscontrabile, ma non ci
danno le ragioni né le soluzioni ai problemi. Per farlo noi orvietani dobbiamo porci le
giuste domande, mettendoci nei panni di chi visita questa città.
Che accoglienza diamo ai turisti? È facile raggiungere Orvieto e girarlo a piedi o in
auto? Non abbiamo un sistema di segnalazioni valide di parcheggi e di viabilità.
Quante volte troviamo turisti spaesati passare per il Corso in macchina o chiedere
del Duomo. Per non parlare della difficoltà di girare in zone e in ore dribblando
macchine e furgoni.
Che cosa offriamo al turista? Il Duomo, il Pozzo di San Patrizio e della Cava,
abbastanza per passare una giornata. E il resto? Molti dei nostri capolavori, anche
inseriti nelle guide, sono inaccessibili o non valorizzati. Parliamo della Chiesa di San
Francesco o dello stupendo quartiere medievale e di San Giovenale. In che stato e’
la citta’ intera? Verde trascurato, giro della Rupe con scarsa manutenzione,
immondizia da raccogliere sul Corso la sera. Quali eventi unici per attirare la loro
presenza e permanenza? Orvieto Sound Festival? E quale promozione vera del
nostro intero territorio? Quanti arrivano e si fermano per il Fanum? Quanti per i nostri
musei?
Insomma se vogliamo davvero che il turismo e il valore economico del turismo
continui ad alimentare Orvieto non possiamo vivere di spot. Dobbiamo risolvere uno
ad uno i problemi e creare una politica dei fatti che faccia di Orvieto una città da
amare. Anche per i turisti.