Commodore ora è un marchio italiano. La società di Roma ha stretto un accordo con la Pixart argentina che consentirà la produzione di laptop con Snapdragon X Elite negli impianti di Orvieto.
Commodore è il nome di un’azienda indimenticabile per qualunque appassionato di tecnologia informatica che abbia vissuto gli anni 80. Fondata nel 1954 dal polacco Jack Tramiel, Commodore partì dalla riparazione di macchine per scrivere per poi arrivare a realizzare home computer iconici come il C64 e l’Amiga. Il fallimento del 1994 condusse il marchio Commodore a diventare oggetto di contese legali tra diverse società. Il nome, assieme a quello dell’Amiga, ha attraversato una serie di acquisizioni e cessioni che hanno portato a dispute legali in tutto il mondo, fino a quando l’italiana Commodore Industries, con sede a Roma, non ha acquisito e registrato il marchio, ponendo fine alla lunga diatriba internazionale.
Commodore Industries, nata nel 2015 e guidata da Luigi Simonetti dal 2020, ha così ripreso il marchio prestigioso per infonderlo in nuovi dispositivi e accessori, ma anche software, dato che la realtà italiana realizza laptop con processori Intel, tablet con Unisoc, e poi speaker, auricolari, chiavette USB e videogiochi, oltre che piattaforme basate sull’IA per la creazioni di giochi multiambienti, servizi digitali e digital human.
Adesa al mito del passato ma proiettata verso il futuro, Commodore Industries ha recentemente siglato una partnership con Pixart, azienda argentina specializzata nella produzione elettronica, per lo sviluppo di una nuova gamma di laptop basati su processori Qualcomm Snapdragon X Elite, dunque su architettura ARM.
La collaborazione prevede la produzione e distribuzione globale di cinque nuovi modelli di laptop che saranno realizzati in Italia, negli impianti di Commodore Industries a Orvieto, in Umbria.
(Sergio Donati per dday.it)