Mi chiamo Stefania Baccello e allego questa lettera aperta indirizzata al Presidente Draghi e a tutte le istituzioni per porre all’ attenzione generale (o almeno provare) la situazione delle RSA ,degli operatori che vi lavorano,degli anziani che vi soggiornano e delle loro famiglie tutti ostaggio di decreti vecchi e restrittivi che non tengono conto della nuova situazione. Nessuno, da mesi, si è preoccupato di inserire nei nuovi decreti delle norme che regolino le visite dei parenti agli ospiti delle RSA alla luce dei vaccini fatti e delle seppur parziali riaperture nei vari campi del vivere quotidiano.
Spett.le Presidente Draghi
Spett.li rappresentanti delle Istituzioni
Domenica 9 maggio sarà la Festa della Mamma.
Da alcuni anni mia madre, rimasta vedova e non più totalmente autosufficiente, ha deciso di sua volontà di affidarsi alle cure e all’ aiuto di una delle RSA di zona, La Casa Natività di Maria di Morrano.
In questi anni non le abbiamo mai fatto mancare la nostra presenza e la nostra vicinanza approfittando di ogni momento possibile per trascorrere del tempo con lei facendole sentire tutto il nostro amore.
Questo anno di pandemia ci ha tenuti lontani come non mai. Abbiamo compreso e accettato ( perché sapevamo che era per la tutela della sua salute) le restrizioni via via più severe imposte dai DPCM sia nazionali che regionali.
La creazione di una “sala degli abbracci” presso la struttura di Morrano è stata per tutti (degenti e famigliari) una boccata d’ ossigeno che ci è stata tolta però in breve tempo causa ulteriori decreti ancora più restrittivi.
Fin qui tutto bene (diciamo), nel senso che sia noi che gli anziani che soggiornano nella residenza abbiamo sempre accettato tutte queste limitazioni come necessarie per tutelare la salute delle persone più fragili e più a rischio. Anche se, NON VA DIMENTICATO, per molti, se non per tutti, questo isolamento prolungato ha portato ad un peggioramento delle capacità cognitive e ad una forma di depressione e di apatia, nonostante gli sforzi degli operatori di supplire con il loro affetto e la loro vicinanza alla mancanza di stimoli esterni e della presenza delle famiglie.
Capitolo a parte e ancora più drammatico chi ha perso il proprio genitore senza averlo potuto rivedere o riabbracciare: non credo ci siano sufficienti parole per descrivere il dolore che si possa provare in una situazione del genere.
La vaccinazione sia degli ospiti della RSA che degli operatori sanitari che vi lavorano aveva acceso una piccola speranza di poter tornare ad utilizzare la “sala degli abbracci” ma così non è stato.
Questo perché C’E’ STATO E C’E’ un ASSORDANTE SILENZIO sulla attuale situazione delle RSA, costrette ad attenersi ad un protocollo e a decreti vecchi di mesi in quanto NESSUNO, tra le varie aperture previste, si è preoccupato di considerare chi è da mesi totalmente isolato dal resto del mondo.

La sensazione comune negli anziani è di essere stati abbandonati dai propri cari, quella delle loro famiglie di essere stati abbandonati dalle istituzioni che, dopo essersi tutelati vaccinando per primi gli ultra ottantenni, ora li lasciano al loro isolamento.
Giusto preoccuparsi delle scuole, dei ristoranti, dei bar, dei cinema, dei teatri, ma anche i nostri anziani, seppur ora non più produttivi e quindi non al centro delle discussioni di carattere economico, hanno diritto a veder tornare la loro vita ad una semi-normalità.
LE VIDEOCHIAMATE NON BASTANO PIU’. Noi e loro abbiamo bisogno di vederci e parlarci da vicino, seppur con tutte le precauzioni del caso.
Domenica 9 maggio sarà la Festa della Mamma.
Prego Lei, presidente Draghi, e Voi Deputati, Senatori, Presidenti di Regione, sindaci di dedicare mezz’ora del Vostro tempo a questa parte di Italia che, negli ultimi anni della propria vita, seppur per cause non dipendenti dalla nostra volontà, si è vista privare della vicinanza di chi li ama.