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“Promesso… ci vediamo domani”. Presentato il progetto Polizia Stradale-Scuole sulla sicurezza e sulle dipendenze

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«Promesso… ci vediamo domani» è il titolo del progetto che ha visto coinvolti la Polizia Stradale di Orvieto, l’associazione Age Associazione Genitori e le scuole superiori della città che da novembre 2024 allo scorso febbraio hanno lavorato insieme a psicologi, medici e docenti, e genitori sulla educazione alla sicurezza stradale e sulle dipendenze. Ultimo atto del progetto, ieri con la presentazione finale degli elaborati che si è tenuta alla caserma della sottosezione dalla Polizia Stradale di Orvieto.

L’evento, coordinato dal comandante della Polstrada Orvieto, ispettore Massimiliano Bolli e dalla sovrintendente Valeria Chicchiù, coloro che insieme hanno materialmente portato il progetto nella scuole, erano presenti la sindaca Roberta Tardani, l’assessora alle Politiche Giovanili, Alda Coppola, il dirigente del commissariato di Orvieto, Antonello Calderini, il prefetto Paolo Canaparo direttore della Struttura per la Prevenzione antimafia del Viminale, la dirigente dell’Istituto superiore Classico, Artistico e Professionale, Cristiana Casaburo. Si è parlato di dipendenze, ma anche e soprattutto di sicurezza stradale a partire proprio dalla promessa “ci vediamo domani” «vogliamo che quella promessa venga mantenuta – ha spiegato il comandante Bolli – e diventi una realtà, senza lasciare indietro nessuno».

E ancora di una rete sicura, di ampliare il ragionamento all’uso e all’abuso di alcol e stupefacenti attraverso un linguaggio vicino ai giovani e aprendo numerosi spunti di riflessione sui segnali di disagio e sugli aspetti psicosociali, sugli effetti sulla salute, sull’uso di sostanze come strumento di compensazione e fuga emotiva. E i ragazzi hanno risposto in maniera totalitaria, approfondendo e ascoltando, chiedendo, informandosi e lavorando al progetto con grande passione.

Presenti anche alcuni ragazzi della comunità Lahuen che hanno raccontato la propria personale esperienza di dipendenza, di disagio, di dolore ma anche di speranza e futuro. «Abbiamo parlato a circa 1600 studenti – ha aggiunto Bolli – fino al 26 maggio gli elaborati dei ragazzi saranno esposti alla biblioteca “Fumi”, poi saranno tenuti esposti permanentemente qui in caserma a testimonianza di quell’opera di sensibilizzazione fatta verso i ragazzi e la loro bellissima e spontanea risposta».




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