di Gianluigi Maravalle
Il territorio dell’Orvietano si trova oggi a un bivio: da un lato, può diventare una realtà stagnante, colpita dallo spopolamento e da un costante esodo giovanile verso le città più grandi; dall’altro, può trasformarsi in un luogo vibrante in cui risiedere e lavorare, grazie a scelte strategiche che tengano conto delle sue peculiarità e delle sue potenzialità. La sfida è contrastare il declino demografico e valorizzare il territorio con prospettive solide per le giovani generazioni, creando una sinergia tra turismo, agricoltura, artigianato, industrie e una maggiore interconnessione con i centri urbani.
Il turismo in Umbria e a Orvieto sta attraversando un periodo positivo, rappresentando una fonte economica importante per l’intera area. Le nuove strutture ricettive e l’afflusso di visitatori offrono un contributo significativo all’economia locale, ma è essenziale evitare che Orvieto si trasformi in una città “luna park”, soffocata da attività commerciali orientate solo ai turisti e priva di una vita cittadina autentica. Senza un’inversione di tendenza, il rischio è che i negozi locali tradizionali siano sostituiti da attività prettamente turistiche, impoverendo il tessuto sociale e culturale.Il turismo è una risorsa importante, ma non sufficiente. È necessario considerare l’interazione tra turismo e altri settori, come l’artigianato e l’agricoltura, per costruire un’economia locale diversificata e resiliente. Solo così si può rafforzare l’identità dell’Orvietano come territorio in cui convivono tradizione e innovazione.
L’agricoltura rimane il settore principale per il territorio, soprattutto grazie a produzioni di eccellenza come il vino e l’olio extravergine. Consorzi e associazioni locali svolgono un ruolo cruciale nella promozione dei prodotti tipici, valorizzando il territorio anche a livello nazionale e internazionale. Tuttavia, la crescita dei costi di produzione e la stagnazione dei prezzi stanno mettendo a dura prova le aziende agricole, che hanno bisogno di nuovi strumenti per sopravvivere e prosperare. In questo contesto, una sinergia con il turismo può essere vincente: la creazione di reti d’impresa che coinvolgano sia agricoltori sia operatori del turismo permetterebbe di offrire esperienze autentiche ai visitatori, rafforzando la visibilità e l’appeal dei prodotti locali, il tuto ovviamente a livello territoriale. Inoltre, gli investimenti per far fronte al cambiamento climatico e la collaborazione con il settore venatorio per prevenire i danni alle coltivazioni causati dalla fauna selvatica rappresentano passaggi chiave per garantire la sostenibilità delle attività agricole.
Il settore artigianale, tradizionalmente forte, ha subito un progressivo depauperamento, ma rappresenta ancora una risorsa preziosa per il territorio. Investire nella formazione e nella valorizzazione delle arti e dei mestieri locali può generare nuove opportunità lavorative per i giovani e mantenere vivo il patrimonio culturale dell’Orvietano. È essenziale creare percorsi formativi specifici che preparino le nuove generazioni a raccogliere il testimone, incentivando anche i giovani artigiani a stabilirsi e lavorare nel territorio.
Per rilanciare settori diversi dall’agricoltura, sono necessari interventi radicali che includano agevolazioni fiscali mirate realizzabili solo con il sostegno attivo di Regione e Governo. In altre aree d’Italia, le agevolazioni fiscali hanno incentivato la localizzazione di nuove imprese: una misura simile potrebbe trasformare l’Orvietano in una zona economicamente attrattiva, capace di offrire opportunità professionali ai residenti e ai giovani. Le agevolazioni, unite a incentivi per l’innovazione e la digitalizzazione, potrebbero aiutare le piccole e medie imprese a consolidarsi e competere sul mercato. Parallelamente, la questione dei collegamenti è cruciale per il futuro del territorio. Investire su trasporti efficienti, come collegamenti rapidi tramite Intercity con Roma e Firenze, potrebbe rendere l’Orvietano una zona ideale in cui vivere, mantenendo una vicinanza funzionale ai grandi centri urbani. Un pendolarismo più agevole favorirebbe un maggiore afflusso di nuovi residenti, attratti dalla qualità della vita e dalla possibilità di coniugare la tranquillità della campagna con le opportunità professionali delle metropoli vicine.
Affinché l’Orvietano diventi un territorio unito e capace di affrontare le sfide del futuro, è necessario rafforzare la collaborazione tra i comuni della zona. Un’Unione dei Comuni dell’Orvietano potrebbe aumentare il peso politico del territorio e migliorare i servizi essenziali, come la sanità e l’istruzione, cruciali per rendere l’area attrattiva non solo per i turisti, ma soprattutto per le famiglie.
In particolare, l’ospedale di Orvieto deve essere valorizzato come DEA di primo livello, con servizi di qualità a valenza interregionale, e le scuole locali devono puntare all’eccellenza, offrendo percorsi scolastici qualificanti per i ragazzi. La disponibilità di un sistema sanitario efficiente e di un’offerta scolastica competitiva contribuirebbe a consolidare l’attrattività del territorio come luogo in cui crescere una famiglia, generando così un impatto positivo a lungo termine sul tessuto sociale.
Affrontare questioni di tale portata richiede un impegno coordinato e strategico a ogni livello istituzionale. Solo un territorio che ritrova una propria rappresentanza politica forte e decisa potrà affrontare le grandi sfide che il futuro gli riserva. L’Orvietano merita di essere un protagonista nella politica regionale, capace di esprimere le sue peculiarità e di ottenere le risorse necessarie per valorizzare il proprio potenziale.
Il momento di agire è ora. Con il supporto della Regione e un impegno determinato da parte delle istituzioni locali, l’Orvietano può costruire un futuro sostenibile, diventando un modello di sviluppo per l’intera regione. Un luogo dove vivere e lavorare, e dove le giovani generazioni possano crescere con prospettive concrete, senza essere costrette ad abbandonare la propria terra.