Rosolio di cannella, zucchero, lievito, perfino un goccetto di rhum per le dolci e formaggi, pepe, chiodi di garofano e noce moscata per le salate. La pizza salata e dolce di Pasqua di Orvieto ha tanti volti quante sono le persone che ancora le preparano secondo le ricette della mamma, della nonna, o della zia. Ma in cucina oggi non ci sono solo donne, anzi, sono sempre di più gli uomini che creano la loro pizza. La tradizione, i profumi, i sapori, e le ricette di una volta, sono la base fondamentale su cui si fonda il Concorso delle Pizze di Pasqua di Orvieto la cui 16esima edizione è andata in archivio ieri.
Il concorso, tornato a vivere grazie all’associazione “Club Amici della Stampa” in collaborazione con Slow Food Orvieto, il Cenacolo gastrosofico italiano “Pier Luigi Leoni” e l’Unitre Orvieto ha chiamato una giuria – tra i giurati anche chef e giornalisti – a valutare venerdì le 12 pizze dolci e le 7 pizze salate amatoriali recapitate giovedì. A precedere la premiazione, la lezione gratuita su lieviti e pasta madre tenuta dagli chef Maurizio Di Mario e Francesco Notazio.
Infine, nella ribattezzata “sala di Tonino”, adiacente alla sagrestia della chiesa di Sant’Andrea ieri sera si è tenuta la proclamazione delle pizze più buone. Sul podio per quanto riguarda le pizze dolci quelle di Valentina Tordi, Allegrida Ricci e Gabriele Meniconi. Per quanto riguarda le pizze salate, invece, i premi consistenti in ceramiche, buoni libri e bottiglie di vino sono andati nell’ordine a Loredana Biffarino, Elena Papa e Giampaolo Bonuso che non è nuovo al podio orvietano, perché le sue pizze, seppur sempre giudicate in forma anonima, in ogni edizione riescono a guadagnare o il primo, o il secondo, o come quest’anno il terzo posto.
Tutte le pizze, al termine della piccola cerimonia, sono state offerte in degustazione gratuita e parte del ricavato della vendita dei biglietti di una lotteria, in abbinamento ai numeri del Lotto estratti sulla ruota di Roma, sarà devoluto all’associazione “Orvieto contro il Cancro”.