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Pendolarismo e Alta Velocità: obiettivi mancati

Tempo di lettura: 2 Minutei

di Roberta Palazzetti – Proposta Civica

“La vicenda dell’Intercity, che giovedì 5 gennaio è arrivato ad Orvieto con 3 ore di ritardo, in queste
dimensioni è certamente un fatto episodico ma è solo la punta dell’iceberg, sotto c’è un sistema che
non funziona perché nessuno lo ha difeso, nonostante le promesse.

Ho letto con attenzione, unita a frustrazione, l’articolo di Pasquale Di Paola sulle enormi difficoltà
del pendolarismo orvietano nonché i numerosi commenti, espressione di un disagio sociale che sta
pericolosamente crescendo oltre alla disaffezione verso la città e il territorio: “e poi ci si chiede
perché Orvieto si spopola” e ancora “ho scelto di vivere ad Orvieto 10 anni fa quando ancora era
fattibile. Oggi non rifarei mai la stessa scelta … e mi trovo a sconsigliarlo categoricamente”. Sono
commenti che dovrebbero far riflettere sul futuro della nostra Città.

Un buon collegamento ferroviario fa la differenza e rappresenta un valore per il territorio, lo rende
competitivo rispetto ad altre aree del Paese. In molti hanno scelto di continuare a vivere ad Orvieto
o di venire a vivere ad Orvieto e nei paesi limitrofi proprio in funzione dei collegamenti ferroviari
che quotidianamente gli permettono di raggiungere il posto di lavoro o di studio.  
Quotidianamente. E qui sta il punto, perché il disservizio episodico si sopporta, ma se accade ogni
giorno o quasi incide sulla qualità della vita, impedisce le relazioni sociali, logora, crea stress
correlato, inasprisce gli animi e alla fine fa dire “ma perché devo continuare a vivere qui?”. Chi
può, infatti, va altrove, come dimostra l’emorragia di residenti ogni anno, e chi non può andarsene
vive male.

Ora, pensare di risolvere il problema con un monitoraggio statistico è disarmante.
Qui va fatto rispettare un Contratto di Servizio: per gli Intercity è quello sottoscritto per il periodo
2017-2026 fra Trenitalia, Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e Ministero dell’Economia e
delle Finanze. Si chiama Servizio Universale degli Intercity, prevede un catalogo di treni, stabilisce
l’acquisto di “tracce” (lo spazio temporale di utilizzo dell’infrastruttura ferroviaria) che devono
essere difese dall’invasione dei treni Alta Velocità, anche di fronte all’Autorità di Regolazione dei
Trasporti se necessario.  

Analogamente per i treni regionali, c’è un contratto di servizio tra le Regioni e Trenitalia.
E non c’è scritto da nessuna parte che se un treno Alta Velocità è in ritardo questo ritardo debba
ripercuotersi sui treni regionali o Intercity. Perché sono i treni Alta Velocità che creano i problemi ai
treni Regionali ed Intercity, frequentati prevalentemente da lavoratori e studenti. Lo dimostreremo
nel corso di un incontro pubblico che organizzeremo nelle prossime settimane.
“Il miglioramento e potenziamento dei collegamenti ferroviari nord-sud sarà uno degli obiettivi del
nostro programma” è scritto nel programma di questa Amministrazione uscente: ora, non è un
giudizio di merito se diciamo che l’obiettivo è stato mancato.

“Riprenderemo, inoltre, il progetto Alta Velocità Perugia-Roma … Faremo dell’Alta Velocità uno
degli obiettivi della nostra amministrazione”, anche questo è scritto nel programma di questa
Amministrazione uscente: altro obiettivo mancato”.



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