Riceviamo e pubblichiamo a firma di Stefano Olimpieri (Consigliere Comunale)
Eccoci di nuovo con il “faciolo secondo” per cercare di bloccare l’opera
pubblica più importante degli ultimi sessant’anni. Non sfugge a nessuno
che le ragioni della contrarietà siano principalmente politiche, anche
perché dietro a “le faciolette” ci sono politici ed ex politici di sinistra che
hanno avuto ruoli politici ed istituzionali molto importanti nei decenni
passati, sia in città che in Regione.
Adesso che l’Amministrazione Tardani
ha avuto la capacità di incrementare il finanziamento pubblico –
riuscendo a passare da otto a tredici milioni di euro per il secondo stralcio
– i soliti noti tornano a sbandierare la loro contrarietà. A differenza di
quanto affermano i sostenitori del NO (ormai a sinistra è sempre NO a
tutto), la complanare è una infrastruttura fondamentale per Orvieto e per
l’intero territorio perché è attesa dai cittadini dello Scalo e di
Sferracavallo per liberare i loro quartieri dall’inquinamento acustico ed
atmosferico, oltre che dal traffico pesante; perché la aspettano i cittadini
per accorciare i tempi di percorrenza; perché la aspettano le attività
imprenditoriali per abbattere i tempi ed i costi di trasporto delle merci;
perché potrà dare una spinta allo sviluppo dell’area industriale di
Fontanelle di Bardano.
Motivare la contrarietà alla complanare
denunciando la scomparsa del “faciolo secondo” altro non è che un mix
tra le solite panzane da decrescita felice e la volontà, neanche tanto
velata, di cercare di bloccare l’azione dell’Amministrazione: ma forse
potrebbe esserci anche un qualcosina in più, visto che per effettuare
l’opera si dovrà procedere agli espropri di alcuni terreni.
Non sarà mica
che dietro alla difesa del “faciolo secondo” si possano nascondere meri
interessi economici? Non sarà mica che questa contrarietà possa
riguardare il valore di esproprio dei terreni? Sono domande
assolutamente legittime che ne richiamano un’altra: per quale ragione un
nutrito numero di esponenti della sinistra siano diventati strenui difensori
del facioletto e dei terreni lungo il fiume?
Quando questi stessi signori. ai
tempi in cui avevano “pieni poteri” sulla città, facevano cavare ettari ed
ettari lungo la valle del Paglia, fregandosene totalmente della difesa del
“facioletto”. Il solito doppiopesismo della sinistra. Adesso, per piccolissimi interessi di parte, si vorrebbe bloccare un’opera pubblica che i residenti
dello Scalo e di Sferracavallo attendono da troppi anni, così come la
attendono gli imprenditori ed in generale tutti i cittadini.