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Case popolari: “Il comune non ha perso alcun finanziamento. Deprimente l’improvvisazione del Partito Democratico”

Tempo di lettura: 3 Minutei

di Gruppi consiliari Lega, Forza Italia, Civitas e Misto

Dopo più di un anno è improvvisamente e “casualmente” riemersa sulla
stampa la questione delle realizzazione di case popolari all’ex caserma
Piave sulla quale la posizione del Comune di Orvieto e gli atti della
Regione erano noti e resi pubblici da tempo anche in consiglio comunale.
E’ veramente deprimente constatare l’improvvisazione del Partito
Democratico di Orvieto che ormai basa la propria sterile azione politica su
articoli di stampa privi di fondamento su argomenti quantomeno datati, e a
partire da questi elabora visioni totalmente distorte di quella che è la realtà.
Silente da anni, il PD cerca di sentirsi vivo proponendo, di fatto, le case
popolari alla ex caserma Piave, proponendo un ghetto per le persone più
deboli. D’altronde è lo stesso modello culturale degli anni settanta quando
in città importanti vennero progettati dormitori in stile sovietico.


Il Comune di Orvieto non ha perso alcun finanziamento. Quella di
realizzare un intervento di edilizia residenziale pubblica da parte di Ater in
una porzione dell’ex caserma Piave era una semplice ipotesi. Se anche
questa volta si fosse fatto riferimento agli atti, si sarebbe infatti potuto
constatare che non c’era alcuna indicazione formale sull’ex caserma e che
gli eventuali finanziamenti erano comunque subordinati alla realizzazione
di  interventi più urgenti in altre zone della regione a più alta tensione
abitativa e con una sismicità elevata.
La riqualificazione dello stabile dell’ex Inapli, di proprietà della Regione
stessa, resta per noi ancora la soluzione più valida e assolutamente
percorribile per un intervento di edilizia residenziale pubblica e su questa
ipotesi continuano le interlocuzioni con l’assessorato regionale
competente.
La capacità di programmazione e progettazione, ma soprattutto la
concretezza dell’operato dell’amministrazione comunale, si riflette anche
nei 43 milioni di euro di fondi Pnrr che in questi anni la città è stata in
grado di intercettare in tutti i settori di finanziamento. Di questi oltre 10
milioni di euro sono relativi a progetti presentati direttamente dal Comune,
tra i quali il Centro per le politiche sociali e della famiglia di Orvieto scalo e
la costruzione della nuova scuola dell’Infanzia di Sferracavallo. Oltre 20
milioni di euro sono invece gli investimenti della Regione Umbria sulla
sanità che, grazie all’azione dell’amministrazione comunale, sono stati
indirizzati in particolare alla rifunzionalizzazione dell’ex ospedale di Piazza

Duomo, che ospiterà la Casa e l’ospedale di comunità, e all’ampliamento
dei reparti e delle attività del “Santa Maria della Stella”.
Sanità, sociale, scuola, in una parola servizi essenziali per i cittadini,
capaci anche di generare quella economia quotidiana che serve per
rendere vivi e attrattivi il centro storico e i quartieri della città.
E’ evidente, da qualche tempo a questa parte e con l’approssimarsi della
scadenza elettorale, il maldestro tentativo di mettere in contrapposizione la
città dei residenti e la città turistica. E’ più facile dividere e distruggere, più
difficile lavorare, come sta facendo questa amministrazione comunale, per
costruire e mantenere un corretto equilibrio tra queste componenti,
necessario per città come la nostra che dal turismo traggono risorse
fondamentali anche per finanziare i servizi per i cittadini.
E’ singolare che oggi il Pd si dica preoccupato degli spazi della città e dei
suoi asset strategici dopo non essersene occupato quando ne ha avuto la
responsabilità. Spazi per anni vuoti o svuotati di contenuti che questa
amministrazione ha invece riempito di idee e progetti reperendo le risorse
economiche per dargli concretezza. Dell’ex ospedale è stato già detto, ma
parliamo anche della biblioteca comunale rivitalizzata, del Centro studi
come polo dell’alta formazione che ingloba l’Archivio Maoloni e il Fab Lab,
del Centro Rodari di nuovo attivo, di Palazzo Simoncelli che sarà il Museo
della Ceramica, del Palazzo del Territorio al complesso di San Giovanni,
del Palazzo dei Sette che diventerà la casa del corteo storico, della futura
Casa della cultura, o ancora del Teatro Mancinelli, del Palazzo del Popolo
e della Torre del Moro che oggi hanno una gestione diretta, integrata e
finalmente sostenibile ed efficiente.
Abbiamo assolutamente a cuore le questioni dello sviluppo economico e
demografico della città sapendo bene che la denatalità è il problema di un
intero Paese e che ci sono delle dinamiche che superano le competenze e
i margini di
azione di un’amministrazione locale. In questi anni abbiamo puntato sulle
vocazioni del territorio per farne fattori di sviluppo economico, abbiamo
promosso Orvieto a ogni livello per promuovere la qualità di vita e la città
stessa come luogo dove vivere.
Vediamo che c’è chi si riempie la bocca di luoghi comuni e promesse
elettorali o addirittura in maniera ingenua lega l’arrivo di nuovi residenti alla
costruzione di case popolari denotando totale ignoranza dei regolamenti
comunali in base ai quali per essere assegnatari occorre essere già
residenti.

Questa amministrazione sta invece lavorando per elaborare soluzioni
concrete e fattibili per incentivare la residenzialità, esplorando anche
ipotesi che possano interessare l’ex caserma Piave nell’ambito però di un
piano complessivo di riqualificazione.  
Orvieto, 22.12.2023
Gruppi consiliari Lega, Forza Italia, Civitas e Misto


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