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In aula l’ex sacerdote accusato di molestie quando era ospite del centro accoglienza di Villanova”

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E’ entrato nel vivo ieri, martedì 28 febbraio, al Tribunale di Terni, con la seconda udienza, la prima prettamente dibattimentale, il processo che vede imputato un ex sacerdote, un sessantenne di origini pisane, accusato di atti sessuali con minorenni. L’ex religioso – l’uomo era stato privato dello stato clericale nel 2004 ma in più di una occasione avrebbe continuato sia a indossare l’abito talare sia a celebrare messa – nel 2017 mentre era ospite e educatore nel centro di accoglienza per profughi “Don Bosco” di Villanova di Orvieto, si sarebbe reso responsabile di sostituzione di persona, atti sessuali con minorenni e prostituzione minorile. Accuse pesantissime che hanno portato la Procura della Repubblica di Perugia a richiederne il rinvio a giudizio.

Lo scorso 20 settembre a Terni – il processo si era spostato da Perugia a Terni per competenza territoriale – si è aperta dunque la fase processuale che vede l’ex sacerdote al centro di un corposo fascicolo messo insieme dalla Procura che durante le indagini condotte dagli agenti della Polizia di Stato del Commissariato di Orvieto avrebbe ascoltato numerosi testimoni, arrivando a delineare un quadro accusatorio che, a quanto si apprende, partirebbe da lontano, ancor prima dell’arrivo dell’uomo nella struttura di Villanova. Nel 2015 il sessantenne era stato indagato dalla Procura di Roma, per prostituzione minorile a causa di un episodio avvenuto alla stazione Termini, a Venezia aveva invece patteggiato un anno e sei mesi, destinatario anche di una multa per circonvenzione di incapace.

A far scattare l’ultima denuncia era stata la testimonianza di un ragazzo nordafricano nei cui confronti l’ex sacerdote avrebbe messo in atto ripetute pressioni sessuali, minacciandolo, qualora si fosse negato, di farlo allontanare dal centro di accoglienza. L’ex sacerdote è accusato anche di aver offerto soldi ad alcuni ragazzi ospiti del centro per ottenere in cambio prestazioni sessuali, ma anche di aver compiuto atti sessuali nei loro confronti facendo leva, questa l’ipotesi della Procura, sulla propria posizione predominante di educatore e millantando amicizie nel campo della moda che avrebbero potuto avviare i ragazzi, allora tutti minorenni, verso sfilate da nudi promettendo compensi. L’uomo, inoltre, proprio in virtù del fatto che aveva continuato a indossare l’abito talare e a celebrare messa, nonostante non fosse più sacerdote, aveva indotto in inganno tutti coloro che in lui vedevano un punto di riferimento.

Nell’udienza di ieri, effettuata a porte chiuse, e presieduta dalla giudice Simona Tordelli, è stato ascoltato uno dei ragazzi nordafricani, all’epoca dei fatti minorenne, mentre non era presente un altro ragazzo la cui testimonianza sarà probabilmente acquisita nella prossiuma udienza fissata per il 28 marzo. In aula era presente anche l’ex sacerdote assistito dal proprio legale, l’avvocato Emilio Festa, mentre ad assistere una delle parti offese è l’avvocato Nicola Pepe.


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