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Aborto farmacologico, la Rete Umbra per l’Autodeterminazione si rivolge alla politica

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Oggi, 15 luglio, è la data scelta per presentare un ordine del giorno comune nei diversi Comuni umbri, sul tema dell’aborto farmacologico e della piena applicazione della L.194/78.

Orvieto aderisce all’iniziativa attraverso i consiglieri del Partito Democratico ( che ad ottobre 2020 avevano già depositato una mozione sull’argomento qui trattato) con unità di intenti e per una azione comune con altri consiglieri di 14 Comuni dell’Umbria, per riportare all’attenzione della politica, delle istituzioni e della cittadinanza – ad un anno dalla grande manifestazione di Perugia del 21 giugno 2020 che ha mobilitato migliaia di donne, di giovani e persone di tutte le età – la legge 194/78 e le Linee di Indirizzo nazionali sull’aborto farmacologico, che ancora oggi non vengono applicate.

Nelle due città più grandi dell’Umbria, gli ospedali universitari di Perugia e di Terni non hanno mai iniziato a garantire l’accesso all’aborto farmacologico e da marzo 2021 nell’ospedale di Terni non sarà possibile neanche più praticare l’IVG chirurgica.

La Regione Umbria, inoltre, ha deciso di non consentire la somministrazione della RU486 nei consultori e poliambulatori, già stremati da anni di tagli e carenze di organico. Anche sul fronte della contraccezione nessun passo avanti è stato fatto verso la gratuità, a differenza di quanto avvenuto in altre regioni quali Toscana, Emilia Romagna, Puglia e Piemonte.

L’intento dell’associazione RU2020, raccolto anche dai consiglieri PD di Orvieto, è quello di lanciare una campagna mediatica che porterà il tema del diritto all’aborto libero e sicuro di nuovo al centro del dibattito politico, come avvenuto a giugno dello scorso anno, nei Comuni umbri ma anche in Consiglio Regionale – dove giace la proposta di legge leghista, atto n.584, che vuole modificare il Testo unico regionale in materia di Sanita e Servizi sociali e che intende privatizzare i consultori e permettere l’accesso ad attivisti antiabortisti – attraverso interrogazioni mirate sul tema del diritto alla salute e all’aborto.

La conclusione di questa campagna è prevista per sabato 2 ottobre 2021 con una manifestazione – in occasione della giornata internazionale per l’aborto libero e sicuro del 28 settembre – insieme ad altre regioni d’Italia , per ricordare che le violazioni dei diritti relativi alla salute sessuale e riproduttiva sono violazioni di diritti umani e che i servizi per esercitare tali diritti devono essere considerati essenziali, pertanto disponibili a tutte e tutti.

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